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Campus Universitario ITMAO
Località
Toumodi, Costa D'Avorio - Africa
Anno
2018
Tipo di progetto
Concorso
Stato di progetto
Progetto vincitore concorso
In collaborazione
Fabio Bonanomi (c.g.)
A. Cordoba - G. Pelucchi - A. Porro - F. Rocca - L. Bonanomi
Il nostro lavoro è cominciato con l’analisi del bando di concorso, al fine di comprendere appieno i bisogni primari e le finalità richieste al progetto. Il bando richiedeva la presentazione di un progetto preliminare, con l’intento di interpretare e tradurre i bisogni in una proposta progettuale di massima. Tuttavia, abbiamo cercato di raggiungere una scala di dettaglio ottimale per avere un buon equilibrio tra il progetto di idea ed il futuro progetto esecutivo. In qualità di architetti, abbiamo analizzato tutti gli aspetti funzionali, di fruibilità e vivibilità degli spazi e delle loro interazioni.
Il primo approccio è stato quello di rapportarci con il territorio in generale e con l’area specifica, al fine di concepire un intervento che garantisse l’armonia tra l’ambiente esistente ed il futuro insediamento costruttivo. È importante sottolineare che ci troviamo in un'area di alto valore ambientale ed al momento ancora incontaminata; pertanto ci siamo impegnati a preservare e valorizzare l'ambiente circostante come prioritario obiettivo. Questo ci ha portato ad escludere soluzioni architettoniche postmoderne o futuristiche, che avrebbero potuto rispondere solamente al nostro ego di architetti, trasformando il progetto in "cattedrali nel deserto". Abbiamo invece optato per un approccio più sobrio e funzionale, ispirandoci anche all'architettura Francescana1.
La nostra proposta progettuale si avvale di volumi facilmente identificabili e coerenti, mantenendo un equilibrio tra di essi. Sia per scelta tipologica che tecnologica, i volumi progettati richiedono interventi minimi e semplici di manutenzione. Abbiamo pensato alle forme in funzione e aderenza ai principi razionali, creando un gioco di volumi che interagiscono con la luce naturale. La genesi del nostro progetto è legata ad una forma geometrica che identifica la comunità dei Marianisti: il logo. Il logo dei Marianisti rappresenta una forma geometrica forte e distintiva che comunica un’identità di forte aderenza tra materialità e spiritualità. Pertanto, abbiamo orientato il nostro progetto verso la valorizzazione dei nuovi volumi in accordo con l’identità del logo, al fine di proiettare anche nel futuro quel legame imprescindibile tra umano e spirituale. La forma del logo è evidente nella piazza, nel teatro, nella facoltà e rappresenta quindi il linguaggio architettonico ed urbanistico dell’intero progetto.
Altra attenzione è stata quella di non condensare volumi saturando l’area ma di lasciare che tra gli spazi costruiti e quelli liberi ci fosse armonia ed equilibrio. L’aspetto del verde e delle aree libere è fondamentale e caratterizzante del progetto. Oltre alle forme abbiamo pensato anche alla tipologia costruttiva, proponendo materiali naturali come legno, argilla, pietra e vetro, integrandoli con tecnologie contemporanee. Infatti, il nostro desiderio è di proporre una soluzione che favorisca il risparmio energetico, il recupero delle acque piovane, la coibentazione, la ventilazione naturale, la schermatura solare e le pareti ventilate; oltre a concentrarci sul migliorare le problematiche relative alle infiltrazioni dell’acqua ed all’umidità di risalita.
Le coperture hanno pendenze minime ma idonee a evitare il ristagno dell’acqua e presentano delle gronde con profondità significative per soddisfare l’ombreggiatura e la protezione delle facciate, riducendo al minimo interventi di manutenzione. Un elemento ricorrente, a livello di finitura e non strutturale, è il legno, incluso il bambù, che mirano a conferire un’immagine che si armonizzi con il territorio anche con il passare del tempo. Infatti, il legno nel tempo è un elemento in mutazione ossidandosi e cambiando le gradazioni dei suoi colori e questo rende l’edificio, per sua natura statico, in un manufatto dinamico.
1 I francescani si dispongono fuori dalle mura cittadine, in una posizione strategica per favorire l’assistenza e la solidarietà, e quindi in prossimità di strade e porte. Intorno al convento per questa ragione spunteranno successivamente dei borghi. Nella città medievale le piazze erano legate al Duomo ed al palazzo pubblico, mentre adesso la piazza, il convento, la chiesa, diventano il nocciolo del nuovo assetto urbano. L’architettura francescana deve essere semplice, assicurando uno spazio omogeneo, perché l’elemento guida è la predicazione: si aboliscono quasi le curvature preferendo le coperture piane.